Occasione di riscatto
Vedi, amico/a, il problema non è il buonismo (l’ipocrisia un po’ sì, invece) né l’invasione che sono invenzioni per distrarre “laggente”. L’immigrazione non è un problema in sé perché è connaturata alla specie umana: sono centinaia di migliaia di anni che gli esseri umani si spostano da una parte all’altra del globo terracqueo. La migrazione è nel nostro DNA, appena sarà possibile tecnicamente lasciare questo pianeta ci sarà qualcuno pronto a migrare altrove. Il problema è l’incapacità (più o meno colpevole o dolosa) di governare il fenomeno che è per sua natura inarrestabile. Si glorifica la globalizzazione delle merci e dei capitali, ma la globalizzazione delle persone ne fa parte integrante. Le braccia umane una volta venivano spostate con la forza per i campi di cotone, la costruzione delle ferrovie, oggi si costringono a spostarsi minandogli i campi da coltivare e bombardandogli le case e i pozzi ma il risultato è lo stesso: braccia da lavoro a disposizione a basso costo con catene più forti dell’acciaio stavolta, però. Quelle della disperazione.
Se non è possibile, anche se auspicabile, intervenire sulle cause globali, si dovrebbe fare qualcosa per governare i flussi ricordandoci che noi siamo l’Europa. Sì, bisogna ammetterlo, la stessa Europa da cui sono partite le crociate, la conquista delle Americhe, la colonizzazione dell’Africa, dell’Asia e dell’Oceania, la stessa Europa delle 2 Guerre Mondiali e degli Olocausti, la stessa Europa che è alla base e causa dei mali globali che ci affliggono tutti.
Ma è a noi che tocca l’onere di rimettere le cose a posto per ripristinare l’onore perduto.
Perché è qui in Grecia che è nata la Filosofia, la geometria, è qui a Roma che è nato il Diritto, la legge,
È qui in questa Europa che la Spiritualità medioevale ha consolato gli ultimi e costruito cattedrali di pietra e di pensiero.
È qui che sono diventati grandi la Politica, il commercio, l’amministrazione.
È qui che la Scienza ha alzato gli occhi al cielo e l’ha sfidato apertamente, senza paura.
È qui che la Musica è diventata arte sublime e duratura.
È qui che il Popolo ha alzato la testa, è qui che si è cantato e ancora si canta Liberté, Egalité, Fraternité.
È qui che la Ragione ha acceso il suo lume che rende tutto più chiaro e che ancora non sono riusciti a spegnere.
È qui che l’Arte ha superato l’estetica e ha plasmato l’Etica e le coscienze.
È ancora qui, nel Vecchio Mondo, il centro del mondo.
Ora tocca a noi. Tocca di nuovo a noi.
Battere un colpo, dare ancora un Segno al mondo.
Speriamo di esserne degni.