La politica italiana
Se c’è una cosa che mi infastidisce della politica italiana da circa 25 anni è certo l’avanzata dei populismi ma ancor di più la personalizzazione. Quel sostituirsi di un personaggio ad una visione del mondo. Oggi non abbiamo più partiti che propongono, anche e soprattutto in modo contrapposto, visioni del mondo, dell’economia, della società e, coerenti con queste, soluzioni ai problemi evidenti di ognuno e di tutti.
Oggi abbiamo partiti personali vagamente, molto vagamente e blandamente di centrodestra (nazionalisti/liberisti) o vagamente e blandamente di centrosinistra (internazionalisti/socialisti) oppure nédestranésinistramapiùdestra (fasciorazzistipopulisti) ma tutti, tutti nessuno escluso, basati sulla personalità di un leader sedicente carismatico che decide programma, comunicazione, strategie e impone ai seguaci la propria visione del mondo spesso variabile a seconda delle circostanze e opportunità ma soprattutto a seconda dei sondaggi del giorno.
Per questi autonominati leader non è un problema il doversi contraddire da un giorno all’altro, non è un problema raccontar balle al popolo, o ai cittadini, o gli italiani (ognuno ci chiama come il target preferisce essere chiamato) che tanto i seguaci crederanno sempre al proprio leader e mai a eventuali smentite al punto da costruire “narrazioni” e realtà parallele e indipendenti.