Troppo fragile
Eri diventata fragile, mà. Troppo fragile. Come una bambina. Una bambina impaurita e confusa che non riesce a fare le cose che fanno i grandi. Non più. Quella bambina che non sei mai stata quando eri bambina che eri la primogenita di tanti fratelli e sorelle e li hai dovuti crescere e allevare invece di giocare come tutti gli altri bambini che tua madre era impegnata a dare figli alla patria e allattarli. Quella bambina che amava tanto leggere e voleva andare a scuola invece di essere costretta a lavorare precocemente per aiutare una famiglia troppo numerosa in quel dopoguerra italiano che raccontano nei film. Sei cresciuta pensando sempre agli altri e mai a te stessa, mà. C’era sempre qualcun’altro che aveva la precedenza e non eri tu. Eri sempre pronta ad apparecchiare e mettere un piatto in tavola per chiunque pensassi ne avesse bisogno oppure no, solo per il piacere di condividere. Hai lavorato tanto, mà, hai faticato tanto che ti sei consumata piano piano mani, braccia, schiena e ginocchia per non farci mancare mai il necessario e qualcosa in più che lo stipendio di papà spesso non bastava. Quando avevo già 20 anni e tu esattamente la mia età di adesso e il mio fresco diploma di perito nucleare dopo Cernobil e il referendum era diventato 60 sessantesimi di carta straccia tu, senza esitare un istante, hai firmato troppe cambiali e stirato troppe camicie e lavato troppi pavimenti altrui per pagarmi quel “corso di computer” che mi ha aperto un nuovo mondo e cambiato la vita.
A volte ci si scontrava per le cose banali della vita quotidiana perché eravamo troppo simili nel nostro modo di affrontare la vita frontalmente senza girarci attorno ma mi hai sempre appoggiato nelle mie scelte importanti, anche quelle risultate poi sbagliate, e ti sei sempre fidata di me.
Avevi un cuore grande e generoso di mamma sempre in pensiero per tutti coloro che amavi, noi figli, il marito, le sorelle e i fratelli, gli amici, per tanti anni i ragazzi dell’oratorio. Un cuore forte ma che si è consumato per una vita intera a battere più per gli altri che per te e alla fine ha reclamato riposo all’improvviso. Mi manchi tanto, mà, mi manchi troppo…