Ma tu un’anima ce l’hai?
Mi dirai: «Ma che discorsi ti sei messo a fare adesso? Tu. Tu che parli di scienza e di cose concrete, terra terra. Tu che dubiti di tutto, tu che non credi più, ti metti a parlare di ANIMA?»
Sì. Parlo di “anima” ma anche di “spirito” e spiritualità.
Che non si può? C’è una esclusiva su questi temi?
Voglio parlare di “spirito” e “anima”.
Intanto cerchiamo subito di sgombrare il campo dagli equivoci perché non ho la minima intenzione di discutere di entità eteree, ectoplasmiche, di corpi astrali, di dualismi, di inferni e paradisi. Quando parlo di “spirito” non parlo, ovviamente, di cose alcooliche ma neanche di spiritosaggini come quest’ultima. Parlo di quella spinta interiore unica e inimitabile che ti fa fare qualsiasi cosa alla tua maniera. Devi avere un certo spirito per affrontare la vita in modo autonomo. Hai presenza di spirito? Qual è lo “spirito” con cui affronti/accogli gli eventi, le cose della vita? Cosa ti spinge da dentro?
Non tutti siamo persone di spirito cioè persone spirituali, cioè con una spinta interiore. Molti sono persone materiali, nel senso che non riescono a trarre le proprie motivazioni se non dal contingente, se non da quella superficialità animale, istintiva della sopravvivenza economica e sociale. Alcuni, riescono a mimetizzarsi, a simulare abbastanza bene prendendo a prestito delle spiritualità precotte, già usate e collaudate, indossandole come se fossero proprie ma, queste, resteranno sempre in superficie, non penetreranno in profondità. Questi spiriti in prestito non saranno mai un’anima. Persone automatiche: gente senza anima.
Quando parlo di “anima”, la intendo nel senso della mina della matita, nel senso del filo di ferro dentro il burattino, dello scheletro in acciaio di un grattacielo, dell’osso di seppia, del nocciolo duro della pesca e dell’albicocca. È quella cosa dura che hai dentro, nel profondo, ti sostiene e da un senso alla tua esistenza. È quello “spirito” di cui parlavamo prima.
Ma tu un’anima ce l’hai?
Quante volte ti sei scavato dentro? A che profondità sei arrivato? Hai trovato qualcosa? Hai trovato il tuo spirito? Se l’hai trovato, l’hai riconosciuto? Gli hai assegnato il giusto valore? È tutto tuo oppure l’hai preso in prestito?
Non tutte le anime sono uguali. Alcune sono dure come diamanti, inattaccabili, inaccessibili. Altre sono effimere, biodegradabili, durano una sola vita e non lasciano niente oltre. Altre sono marce, andate a male. Altre ancora hanno un guscio duro ma si lasciano piantare e innaffiare come un nocciolo di albicocca. Ecco. Queste sono le anime che preferisco, quelle delle persone albicocca, le persone che hanno dentro un nocciolo duro che rischi di spaccarti i denti ma che puoi ripiantare anche in un vaso sul balcone, e nasce sempre qualcosa di nuovo e buono.