Notte di stelle cadenti di un anno fa
Notte di stelle cadenti di un anno fa
con le mani agitate a scacciare i fantasmi
e gambe disidratate dai crampi e dal sudore
lo sguardo spento dentro
e la voce flebile e spaventata che chiede aiuto
e i silenzi che si guardano e si parlano
e le telefonate isteriche e le barelle di corsa
e una ragnatela di tubicini e ossigeno e morfina
lo sguardo triste e stanco dei medici
e la lunga attesa pudica di una cosa saputa e risaputa e mai pronunciata
e continuare a sussurrare amore in un orecchio a chi forse non ti sente più
e respingere le lacrime dentro gli occhi
ostentare sicurezza per puntellarsi e non crollare
e poi il gelo in una veglia a mezzanotte di mezzo agosto
per una mano diventata fredda
e tenuta ancora stretta oltre il tempo scaduto
mentre fuori precipitano le stelle per i troppi desideri inutili
l’assenza ormai certificata
e l’inerzia delle incombenze dei riti da onorare
e i parenti e gli amici da abbracciare
e il silenzio di una casa vuota
e continuare ad apparecchiare per giorni ancora con un posto in più.