Una folle corsa contro un muro
Guardare avanti, andare avanti, guardare indietro, andare indietro… sono frasi senza senso se vogliamo dare un senso alla vita.
Sì, parlo di senso della vita e non di senso della morte giacché questa ha senso solo perché fa parte della vita.
È una concezione errata del tempo quella che ci fa percepire l’esistenza come una corsa folle lanciata a tutta velocità contro un muro e che ci toglie il senso vero della vita. E della morte.
Ci sono istanti che valgono una vita intera e ci sono anni che non valgono un istante.
Se mi chiedi cosa c’è dopo la morte ti rispondo niente.
Se mi chiedi cosa c’è oltre la morte ti rispondo la vita.
Quella vita vissuta che si vive istante per istante.
Ogni istante dovrebbe essere vissuto pienamente quando è.
Altrimenti non è. Non è vita.
Quando le cose accadono ci trovano da un’altra parte intenti a progettare qualcosa che non accadrà.
La nostra è quasi sempre un’esistenza vissuta completamente fuori fase.
È solo una proiezione di intenti in attesa dello schianto finale contro il muro.
Se, invece, una vita è vissuta istante per istante allora è piena, è completa, è centrata, è in fase. Allora non esistono più muri contro cui schiantarsi alla fine, perché non esistono limiti.
Perché non esiste una fine.