Luna di luglio del ’69
Vorrei tornare quel bambino di quel luglio di 50 anni fa. Quando mi fecero vedere in televisione le immagini sbiadite di uomini col casco che camminavano sulla Luna. Vorrei tornare a quella meraviglia che per è me la stessa di quando mi sdraiavo per terra e guardavo il tavolo e le sedie dalle macchie di sotto vedendoci mappe di mondi paralleli, di quando frugavo nella cassetta degli attrezzi di mio padre e ci trovavo dentro razzi fotonici e strumenti spaziali.
Vorrei tornare a vivere rapporti semplici e diretti come quelli di allora quando “bello” era “bellissimo”, anzi era “più meraviglioso”. Vorrei fare un salto a piedi uniti e prendere in mano quella Luna d’estate con tutte le impronte dei piedoni americani e tirarla giù come ero capace di fare allora, tagliarla a fettone, offrirtela e mangiarla insieme ridendo. Sporcarci il muso di succo di luna e poi fare a gara a chi sputa più lontano i semini per confondere le lucciole di luglio.
Ecco cosa vorrei.