#jesuischarlie
A me non piaceva e non piace il giornale satirico francese “Charlie Ebdo”.
Come non mi piacciono i Luttazzi e tanti altri che si esprimono sempre sopra le righe. È una questione di merito, di metodo e soprattutto di stile. Non l’ho comprato né lo comprerei e potrei anche argomentare contro e criticare ferocemente molte cose che hanno scritto e disegnato.
Premesso questo, mi batterò sempre perché possano continuare a farlo in piena libertà e sicurezza. Finché Charlie sarà libero potrò esserlo anche io. Se muore la voce di Charlie muore anche la mia. Anche se non mi piace Charlie Ebdo così come spesso non mi piaccio io, oggi dico e ripeto con forza “je suis Charlie“.
Lo dico perché è importante unire le voci. Ho detto “sono americano” l’11 settembre. Qualche volta sono israeliano, più spesso ancora sono palestinese; a volte sono immigrato su un barcone, altre volte ancora sono un morto di fame qualsiasi.
Oggi sono Charlie con tutti i Charlie del mondo.
Da leggere:
Art.21 della Costituzione Italiana: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»