Cavaliere, mi consenta…
Mi consenta, Cavaliere, di esprimerle tutta la mia riprovazione per come è riuscito a ridurre l’Italia e gli italiani ad una semplice estensione del suo spropositato e contraddittorio ego.
Mi consenta, Cavaliere, di esprimerle il mio disappunto per come, ormai, non si possa più fare a meno di parlare di lei, dei suoi processi, dei suoi amorazzi, dei suoi denari, delle sue mogli e dei suoi figli, delle sue promesse non mantenute e di quelle invece mantenute come fossero una minaccia, delle sue frequentazioni scomode e di quelle fin troppo comode, delle sue figuracce nazionali ed internazionali, dei suoi trapianti di capelli, del suo cerone in faccia, dei suoi tacchi alti, delle sue barzellette e canzonette, dei suoi “souvenir de Milan”, del suo naso e volto prima insanguinati e poi miracolosamente miracolati.
Mi consenta, Cavaliere, di esprimerle il mio biasimo per come non si possa più evitare di essere considerati a favore o contro, di destra o di sinistra, fascisti o comunisti, razzisti o buonisti, cristiani o miscredenti, milanisti o interisti, del partito dell’amore o del partito dell’odio a seconda di come possa a lei far comodo in quel momento.
Questo Paese è, purtroppo, stato occupato e conquistato dalla sua immagine e dalla sua voce onnipresenti come nessun esercito golpista avrebbe mai potuto sperare. Non esiste nemmeno opposizione che non sia in funzione della sua stessa esistenza. Persino manifestazioni civili, condivisibili e di viola vestite non hanno potuto fare a meno di portare il suo nome nel loro nome e il suo volto nei loro manifesti. Persino i migliori intellettuali e resistenti hanno perduto la loro anima nella smania di parlare e scrivere contro di lei ma comunque e sempre e soltanto di lei.
Mi consenta, Cavaliere, di comunicarle che non avrà mai il mio “amore”, ma, le giuro anche che non avrà mai la mia rabbia e, soprattutto, non le concederò mai il privilegio del mio “odio” e mai più della mia continua attenzione.
Non permetterò più che i miei giorni siano ingombrati dalla sua tele-presenza.
Non le permetterò di possedermi l’anima.
Mi consenta, Cavaliere, di comunicarle che da ora in poi la mia resistenza sarà totale, non soltanto nei confronti della sua persona e del suo strapotere mediatico, ma soprattutto nei confronti di tutto ciò che lei rappresenta per gli italiani, quelli che l’amano e quelli che l’odiano.
Saluti per niente cordiali.